martedì 3 maggio 2011

Immissioni in ruolo, 5 anni blocco trasferimenti. Continuità didattica o punizione?

Il ministero ha comunicato ai sindacati, nella riunione del 28 aprile, che il decreto sulle graduatorie ad esaurimento sarà accompagnato da un intervento di natura legislativa "per introdurre correttivi rispetto alle criticità emerse nell’ultimo periodo". Un intervento, all'interno del decreto legge sullo sviluppo, che dovrebbe prevedere, tra l'altro, l'innalzamento del vincolo di permanenza nella provincia di assunzione in ruolo da 3 a 5 anni, senza neanche la possibilità di poter richiedere nel frattempo l'assegnazione provvisoria (salvo i casi previsti da leggi speciali in merito).
La motivazione, che giunge da fonti politiche: garantire la continuità didattica, evitando il fenomeno del "prendi il ruolo e fuggi", e dunque dare stabilità agli organici. Ma la continuità didattica può essere imposta solo ai docenti che saranno immessi in ruolo dal prossimo 1° settembre o è un discorso che riguarda anche gli insegnanti che sono già in ruolo?
Garantire la continuità didattica, avere organici stabili, assicurare un lavoro che permetta di strutturare e portare avanti piani di lavoro pluriennali, il sogno di molti insegnanti italiani.
In questo senso crediamo che dare una veste legislativa a cosa si intenda per "continuità didattica" sia molto importante, e non ci sembra ci siano state rimostranze da parte sindacale, sul numero di 5 anni per dimostrare tale continuità.

Ma, ci chiediamo, come è possibile che la garanzia della continuità didattica possa essere affidata solo ai neo immessi in ruolo dal 1° settembre 2011, e non in linea generlale a tutti i docenti oggi in ruolo? Chi è stato assunto in ruolo dal 1° settembre 2010 è esente dal concetto di continuità didattica, dato che può richiedere l'assegnazione provvisoria già dal prossimo anno scolastico, e chi viene assunto dopo soli 12 mesi si trova a dover garantire 5 anni di "effettivo servizio"?
Inoltre, una delle ipotesi allo studio (sempre da fonte sindacale) è quella di assegnare 12.800 posti in ruolo con decorrenza giuridica dal 1° settembre 2010. In questo caso, il docente assunto con retrodazione giuridica della nomina, dovrebbe garantire o meno la continuità didattica?
E ancora, il suo contratto è diverso da quello del collega che lo ha stipulato nel corso dell'anno scolastico? (Ricordiamo che, a causa dei ritardi che si accumulano negli uffici scolastici, sono state conferite numerose immissioni in ruolo giuridiche, cioè con decorrenza giuridica 1° settembre 2010 ed economica 1° settembre 2011, come quelle che si vorrebbe assegnare adesso).
E a ben guardare, cosa è cambiato, dal punto di vista didattico, rispetto alle immissioni in ruolo fatte con decorrenza 1° settembre 2010? Cosa può spingere a richiedere in Parlamento una norma severa che eviti la mobilità dei docenti di ruolo?

Questo provvedimento, esteso a tutti i docenti di ruolo, potrebbe realmente creare una vera e propria rivoluzione all'interno delle scuole. Altrimenti, se il riferimento di blocco dei trasferimenti dovrà essere rivolto solo ai 52.800 docenti che dovrebbero essere assunti nei prossimi tre anni (questo il numero richiesto di immissioni in ruolo, non ancora autorizzato) potrebbe suonare come una sorta di punizione imposta per la ritrovata mobilità territoriale nelle Graduatorie ad esaurimento, che consentirà nel prossimo aggiornamento, di poter inserirsi in una qualsiasi provincia.

I docenti già in ruolo sanno che potrebbero essere coinvolti da questo provvedimento? Sono stati informati dalle organizzazioni sindacali? Concordano con il provvedimento?
Ci piacerebbe ascoltare anche il loro parere.

Fonte: orizzonte scuola

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