sabato 23 aprile 2011

La scuola deve morire - Intercettata una lettera riservata del Ministro Tremonti al ministro Gelmini

Uno scoop di UniCommon.org - Abbiamo intercettato questa missiva riservata inviata dal Ministero dell'Economia al Ministero della pubblica Istruzione.

La redazione di UniCommon.org

Ecco il testo integrale della missiva,che come potete notare, esprime senza mezzi termini quella che nei fatti è la politica, e la strategia politica, del governo sulla scuola.


MASSIMO RISERBO - Al Ministro dell'Istruzione
dottoressa Mariastella Gelmini

Viale trastevere 76, 00153, Roma, Italy

- breve guida per far morire un'istituzione pubblica -

Lavorare in silenzio per molti anni, trovando larghi accordi da destra a sinistra passando anche per le ali più estreme, TAGLIARE poco a poco tutte le risorse e le possibilità di miglioramento alle scuole. Farlo inizialmente senza clamore, cosìche solo i soliti noti se ne accorgano. Togliere Cent dopo cent come zio paperone nel Klondike. Non lasciare la possibilità di iniziativa alle scuole, mascherando una riverticalizzazione amministrativa con il nome di “autonomia scolastica”. Cambiare il nome alle cose, creando spaesamento tra tutti coloro che da anni lavorano nell'educazione pubblica: così il Preside diventa magicamente il Dirigente scolastico, la programmazione si trasforma in POF e si riorganizza in portfolio, il bidello si ristruttura in collaboratore scolastico, i voti si contano in crediti, e per concludere nel migliore dei modi gli studenti finalmente saranno utenti.


Dopo anni di lavoro sotterraneo, di logoramento di qualsiasi voce fuori dal coro, si parte con l'attacco frontale. TAGLI a gran voce rivendicati come una necessità per il bene comune, distruzione di qualsiasi idea che non sia strettamente la lezione frontale: gite, corsi di lingua, laboratori, attività extrascolastiche, non deve accadere più nulla. La scuola deve essere un luogo noioso da cui scappare il prima possibile, e un luogo di frustrazione per chi ha deciso di lavorarci!

ELIMINAZIONE di qualsiasi partecipazione nella vita della scuola: motivazione? E' un residuo del '68! E' colpa dei professori di sinistra che non permettono una normale collaborazione docente-discente! La scuola il pomeriggio deve restare chiusa, non può mica essere un covo di zecche (che si sa o diventano terroristi o tossici)!

A questo ci si può rivolgere direttamente ai cittadini, alquanto allarmati per il futuro dei loro figli...anzi ancora meglio rivolgersi direttamente alle MAMME! Care mamme – oramai consapevoli che le scuole pubbliche hanno un offerta formativa decente se al centro, tremenda se in periferia – è ora il momento di investire nell'educazione e quindi nelle scuole private, dove potrete decidere direttamente cosa verrà insegnato ai vostri figli, e soprattutto non rischieranno di finire in classi con bambini poco dediti allo studio, come figli di immigrati o magari rom.

Far dipendere direttamente il ministero dell'istruzione (nel frattempo avrete già eliminato pubblica, se non lo avrà già fatto il centro-sinistra) dall'economia, così il caro buon vecchio Giulio potrà finalmente decidere cosa fare con quei quattro spiccioli rimasti nelle casse delle scuole, ma soprattutto avrà in mano un immenso patrimonio immobiliare.

SCREDITARE studenti, professori, precari, personale ata, presidi, ex insegnanti, ricercatori, insegnanti di sostegno: NESSUNO deve poter mettere bocca sulla scuola pubblica, la scuola di tutti che quindi deve rimanere di nessuno.

E dopo gli eclatanti scoppi...continuare a tagliare qui e là come se nulla fosse...e ricominciate dal punto uno senza nessuno problema, per quante volte reputate necessario, finché solo i morti di fame rimarranno nelle scuole pubbliche e ricchi andranno nelle scuole private, i ricchi e belli all'estero, mentre Voi avrete fatto una grande piacere a Voi stessi, ai Vostri amici e al capitale finanziario.

Grazie

Giulio T.

PS: Potreste avere qualche piccolo problema durante il percorso tipo: manifestazioni, tumulti, insorgenze, come si sono viste a Roma, Londra o Atene ma non vi preoccupate Voi andate avanti, qualcuno alla fine avrà la meglio.

Fonte: unicommon

giovedì 21 aprile 2011

Rapporto UE: in Italia 1 su 5 abbandona troppo presto la scuola. In Europa il problema riguarda 1 su 7

Uno studente su 5 in Italia abbandona troppo presto gli studi. La quota scende a 1 su 7 se si considera la media europea. È quanto è emerso oggi a Bruxelles nel corso della presentazione di un Rapporto dell'ue sull'educazione e l'istruzione. Il quadro generale, ha spiegato Androulla Vassiliou, il commissario per l'Educazione dell'Ue, mostra "buoni progressi" dei paesi membri, ma servono "ulteriori sforzi" per arrivare agli obiettivi prefissati per il 2020, che vanno dall'abbattimento degli abbandoni precoci all'aumento di adulti che partecipano al sistema di formazione. "La buona notizia- ha detto Vassiliou- è che il livello dell'istruzione cresce in Europa. Ma gli abbandoni continuano ad essere un problema che tocca un giovane su sette. E un 15enne su cinque ha problemi con la lettura".
LA PARTECIPAZIONE PRE-SCOLARE - In Ue il 92,3% dei bambini fra 4 e 6 anni è inserito nella formazione pre scolare. Entro il 2020 bisogna arrivare al 95%. L'Italia è giá al 98,8%. Ma la Polonia, ad esempio, è ferma al 67,5%.
LETTURA, UN PROBLEMA PER 1 SU 5 - Oggi in Ue un ragazzo di 15 anni su 5 ha problemi con la lettura. Entro il 2020 bisogna scendere al 17%. L'Italia è al 21% di 'insufficienti' nella comprensione del testofra i 15enni. In Bulgaria sono il 41%. In Romania il 40,4%. In Finlandia, paese in testa alle classifiche dell'educazione, sono solo l'8%.
ABBANDONI PRECOCI PER 1 SU 7 - Un ragazzo su sette in ue abbandona precocemente la scuola. In Italia il fenomeno riguarda 1 su 5. Entro il 2020 bisogna scendere al 10%. Per il nostro paese significa dimezzare il problema.

Fonte: www.dire.it

mercoledì 20 aprile 2011

Tremonti: la Gelmini non sa cosa firma?

Tremonti: la Gelmini non sa cosa le fai firmare?

Verrebbe da parafrasare e dire "non ti curar di lor ma guarda e passa" : purtroppo siamo in piena tragedia e non Comedia, anche se ci troviamo di fronte ad abili commedianti.

Armati di santa pazienza e spiegaglielo che nell’ultima manovra, nero su bianco, ha firmato tagli per 4 miliardi l’anno per tre anni successivi nel settore dell’istruzione e della ricerca. (!!!!!) da lei pessimamente amministrato.

Ancora una volta ci distinguiamo dal resto dei paesi, e invece di tagliare tutto e investire sulla scuola, noi tagliamo la scuola e spendiamo su tutto il resto.

La poveretta continua a negare e a ripetere il disco rotto dell’assenza di tagli (!!!!!) perchè "Tremonti me lo avrebbe detto!!"e nessuno l’ha avvertita. Il peggio è che lo fa davanti agli italiani tutti. Chissà se entrerà mai nei libri di storia questa frase: in quelli di storia della televisione sì.

Ma dico io..fosse solo per evitarle la figuraccia epocale in cui è inciampata ieri sera a Ballarò, porella: avvertitela.
Ha firmato qualcosa di cui non ha capito una cippa lippa? Si trattava della trecentesima puntata del programma e Floris commentava e incalzava divertito "Ministro..però..è vero". Epocale..

Ho visto un insolito Enrico Letta, generalmente pacato e fermo, alzarsi in un colpo di teatro epocale (e tre!) , col librone della manovra in mano, come un moderno solerte contabile sadico, per spiaccicarlo, con estrema goduria, sotto gli occhi a dir poco incompetenti della pora stella.

( http://www.youtube.com/watch?v=U2snzFQkkm0 )

Verrebbe da riderci su. Di fronte all’affannosa difesa, all’arrampicamento sugli specchi, alla grottesca distinzione proposta tra “tagli” e “minori spese” (veramente da avanspettacolo). La totalità dello studio infatti rideva.

Chi come me, come i miei colleghi, precari e non, come i nostri ragazzi vive l’effetto devastante di quelle minori spese, alla notizia delle ulteriori minori spese previste , oltre agli 8 già tolti, (ancora????? Altre?????!!!!!!!!!!!! 4x3=12!!!!!!!!!!!!! 12 miliardi…) abbiamo strabuzzato gli occhi per distinguere le minuscole cifre che trapelavano dal librone in mano a Letta. Ripetendoci in cuor nostro: non può essere vero. Quasi a dar forza alla ministra.

Non può essere vero.
E invece parrebbe la cruda verità. 12 miliardi.
Come è verità la vergogna inammissibile di un ministro che si fa togliere una somma di tale consistenza senza averne sentore e che ripete come Pierino la Peste “me lo avrebbe detto”. Me lo avrebbe detto.
Ma nemmeno il mio alunno più scarso e ingenuotto si rivela così privo di mezzi difensivi quando accampa scuse improbabili per l’ennesima impreparazione. Mi aspettavo quasi che dicesse “Perché, prof. Letta, si doveva studiare?”oppure “Manovra? No, non mi pare di averla segnata sul diario, quali pagine prof?

Se fosse stata una "prof di sinistra" (demagogia per demagogia) una figuraccia simile l'avrebbe scampata. In genere sono proprio i prof di sinistra quelli più bravi e preparati  (demagogia per demagogia), mentre lei, rigorosamente a destra, a scuola non era proprio brillante, è dovuta andar dalle suore per diplomarsi, a Reggio Calabria per abilitarsi e nemmeno nel contraddittorio, ci par di arguire, sia una gran cima.
Mentre insuperabile è nella difesa d'ufficio. Come Pierino la Peste.

E allora si aprono le scommesse: la Gelmini ci fa o ci è? E voi che l’avete votata?Ci fate o ci siete?

Ps Al commentatore casuale che posta ogni tanto su questo blog “meno male che silvio c’è”: hai un’ottima occasione per rimanere in silenzio, per tentare di capire. Fallo e diventi epocale pure tu.

Mila Spicola
Fonte: laricreazionenonaspetta.blog.unita.it

Scuola statale a rischio

Non mi scandalizza tanto l’ulteriore attacco di Berlusconi alla scuola statale e ai suoi insegnanti, accusati non solo di essere di sinistra, ma addirittura di inculcare nei loro alunni ideologie e valori diversi da quelli della famiglia (sic!), quanto il battimani della platea e, forse, il consenso di tanti genitori sempre pronti a difendere l’ignoranza dei figli contro le sincere preoccupazioni che manifestano tanti insegnanti onesti e preparati, di sinistra o di destra che siano. D’altronde, secondo il Berlusconi-pensiero, anche se esistessero insegnanti disponibili ad inculcare i principi e i valori della famiglia, come potrebbero fare? Con tutti i testi di sinistra che girano, l’impresa è davvero ardua! Ma qui c’è il vigoroso sostegno della Carlucci sorella che, dopo attente disamine sui testi scolastici, dichiara che occorre provvedere al più presto ad un’opera di bonifica, se non ad una loro totale riscrittura! “Dio, Patria e Famiglia” sarà il nuovo brand (diciamolo all’inglese, ricordando una delle tre I) della nuova scuola statale berlusconiana! L’attacco berlusconian/carlucciano non è affatto cosa da sottovalutare: fa pendant con le scelte finanziarie e ideologiche del duo Tremonti/Gelmini, impegnati da un lato a tagliare il più possibile per la sola scuola statale, dall’altro a “riordinare” – si fa per dire – un secondo ciclo di istruzione ritinteggiando i tre canali di sempre e rafforzando quel canale di gentiliana memoria di cui il nostro Paese sembra non potersi mai liberare. Il disegno di fondo dell’attuale gruppo dirigente è ormai più che scoperto: screditare e aggredire da ogni parte e con ogni mezzo la scuola statale e accreditare e rafforzare quella privata. Ed è un disegno che va maturando e rafforzandosi. Il fatto che, dopo la prima bordata sugli insegnanti che inculcano, pur dopo una parziale rettifica, ne sia seguita l’altroieri una seconda ancora più violenta, la dice lunga: l’affondo procede ed è contestuale con gli attacchi che si fanno sempre più violenti contro la magistratura. Due pilastri della nostra Repubblica, l’istruzione e la giustizia, la cultura “con cui non si mangia” e il diritto “con cui si prescrive”, sono costantemente sotto assedio. Se questa maggioranza si rafforza – e le soluzioni Scilipoti sono all’ordine del giorno – i giochi saranno presto fatti. Con un Parlamento completamente asservito e sotto
scacco, anche la democrazia è a rischio e una nuova versione del fascismo è alle porte! Con le cravatte di Marinella invece che con le camicie nere!
E allora, che fare? Serrare i ranghi in primo luogo. Gli operatori della giustizia e quelli della scuola sono in prima linea. E’ sufficiente “resistere, resistere, resistere, come su una irrinunciabile linea del Piave”, come disse Francesco Saverio Borrelli nel lontano 2002? Oppure questo Piave occorre superarlo? La parola è alla politica! Io, uomo di scuola, mi limito a considerare che su un corpo già così profondamente leso dagli improvvidi… provvedimenti del potere dominante – dalla Moratti alla Gelmini, esclusa la breve parentesi di Fioroni – occorrerebbe ritrovare un minimo di linea e di consenso. Alludo a ciò che sta accadendo con le prove Invalsi. Di questa iniziativa si può discutere quanto si vuole – e io l’ho fatto più volte – ma sarebbe nocivo per la scuola, gli insegnanti e i nostri giovani che il nostro sistema di istruzione dovesse essere compresso – non disco schiacciato – dalle bordate della destra berlusconiana e da quelle di un’ultrasinistra che vede in quelle prove la mano del demonio. Le prove Invalsi potranno avere tutti i limiti del caso, didattici e organizzativi, ma hanno a monte una ricerca, una “cultura della valutazione di sistema”: vengono da lontano, se ne parla da più di dieci anni, anche in termini normativi, e sono i primi passi che stiamo facendo per capire qualcosa di come funziona il nostro Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione. E sono prove che in altri Paesi UE si fanno da anni e nessuno si adonta! Quindi, non confondiamo le carte in gioco: il vero pericolo sono le bordate retrive di questa maggioranza, assolutamente da respingere, non una sperimentazione che può sempre essere perfettibile! Impariamo ad alzare e abbassare la nostra voce e le nostre iniziative laddove è necessario, senza però lasciare spazi aperti a chi la scuola statale la vuole veramente affossare!
E per la prima volta sono d’accordo con quanto ha dichiarato la Mastrocola a “la Repubblica” di ieri! E’ tutto dire!

Fonte:scuolaoggi

lunedì 18 aprile 2011

Miur: nel 2011 685 milioni in più per le scuole statali

MIUR - Nell'anno scolastico 2010/2011, il Miur ha incrementato di 685 milioni di euro le risorse a disposizione delle scuole statali: +223 milioni per il funzionamento, +41 milioni per gli straordinari resi dai docenti per le supplenze, +191 milioni per il miglioramento dell'offerta formativa, 230 milioni di finanziamento straordinario per debiti precedenti.


FUNZIONAMENTO
Nel 2011 il Miur mette complessivamente a disposizione per il fondo di funzionamento delle scuole 774 milioni di euro. Tale stanziamento rappresenta il massimo storico mai raggiunto negli ultimi quattro anni.
In particolare, i 774 milioni di euro per le 10.480 scuole statali per il 2011 saranno così ripartiti:
* 132 milioni di euro per le spese di funzionamento/didattiche;
* 300 milioni di euro per acquisti di servizi che non possono essere resi dal personale accantonato (carenze di collaboratori scolastici "bidelli") in circa 4.000 scuole ;
* 321 milioni di euro per altre spese di funzionamento (TARSU, Revisori dei Conti, integrazioni per servizi esternalizzati etc.);
* 21 milioni circa del fondo cap. 1287.
Nell'ambito di questo stanziamento, il Miur ha già erogato alle scuole 380,5 milioni di euro.

SUPPLENZE
Per i finanziamenti per le supplenze dell'anno 2011 sono stati erogati, come acconto per questa voce di spesa, 303 milioni di euro. Inoltre sono disposte mensilmente assegnazioni a favore di ogni scuola, se dovessero risultare ulteriori necessità finanziarie.
Vengono rilevati mensilmente, per ciascuna scuola, gli eventuali maggiori impegni di spesa, rispetto alla somma assegnata, per supplenze brevi. Conseguentemente, verrà integrata la disponibilità finanziaria delle scuole che avranno questa eventuale necessità. Il Miur ha assicurato una disponibilità di 670 milioni, sufficiente a garantire il tasso di sostituzione ordinario (3,16%).
Per il 2011 le risorse per finanziare le ore straordinarie svolte dai docenti per sostituire i colleghi assenti sono state incrementate in via straordinaria di 41 milioni di euro, raggiungendo così la somma complessiva di 70 milioni.
Tutte le spese impegnate per supplenze brevi nel corso dell'a.s. 2009/2010 sono state coperte dal Ministero ed i relativi importi sono già stati assegnati alle scuole. Al termine dell'a.s. 2009/10, non risultano residui passivi per supplenze nelle scuole da finanziare.
Il Ministero ha erogato 16.647.638 euro a saldo delle supplenze di dicembre 2010. A questo riguardo, il Miur sta comunque verificando eventuali ulteriori somme da versare agli istituti.


MIGLIORAMENTO DELL'OFFERTA FORMATIVA
Per il 2010/2011 il Miur sta procedendo all'assegnazione di 1,5 miliardi di euro alle scuole statali per il miglioramento dell'offerta formativa, con un incremento di oltre 191 milioni di euro rispetto al 2007/08.
Le scuole dovranno utilizzare tali risorse per realizzare, tra l'altro, attività aggiuntive d'insegnamento, di recupero e di potenziamento, attività di progettazione e produzione di materiali utili alla didattica, con particolare riferimento a prodotti informatici.
Le attività didattiche aggiuntive (ad es. i corsi pomeridiani) sono quindi gratuite per le famiglie poiché, per l'appunto, finanziate dal Ministero. La loro definizione è naturalmente rimessa all'autonomia scolastica.


SITUAZIONE FINANZIARIA GENERALE
Al termine dell'a.s. 2009/10, le scuole statali, sulla base dei dati comunicati da loro stesse, disponevano di un fondo cassa di quasi 1,7 miliardi di euro, a fronte di passivi per circa 810 milioni di euro. Le stesse scuole quindi vantavano complessivamente risorse finanziarie per quasi 883 milioni di euro superiori ai debiti non ancora pagati.


FLUSSI DI CASSA
Le somme erogate dal Ministero alle scuole statali sono state pari a 2,5 miliardi di euro nell'a.s. 2007/08, ad oltre 2,595 miliardi nell'a.s. 2008/09, ad oltre 3,192 miliardi nell'a.s. 2009/10, con un incremento quindi di oltre 692 milioni nell'ultimo anno scolastico rispetto all'a.s. 2007/08 e di oltre 597 milioni rispetto all'a.s. 2008/09.


FINANZIAMENTI STRAORDINARI 2010 ALLE SCUOLE
La difficoltà finanziaria viene rilevata dalla lettura dei bilanci delle scuole, sulla base dei flussi finanziari comunicati dalle scuole stesse, e non sulla base di singole richieste direttamente poste al Ministero.
Ciò premesso, nel dicembre 2010 sono stati erogati:
· un finanziamento straordinario di 160 milioni alle scuole (2.903) che hanno debiti assunti in anni precedenti, coperti da residui attivi;
· un finanziamento straordinario di 70 milioni a tutte le scuole per il pagamento delle ore straordinarie svolte dai docenti per supplenze oltre il budget assegnato e quindi coperte da residui attivi.
Il Miur quindi nel 2010 ha, di fatto, finanziato in via straordinaria 230 milioni di "residui attivi" che le scuole hanno iscritto in bilancio per finanziare debiti altrimenti scoperti.
La legge 40/2007 prevede una detrazione d'imposta per "le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari senza scopo di lucro appartenenti al sistema nazionale di istruzione di cui alla Legge 10 marzo 2000 n. 62 e successive modificazioni, finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa".
Si tratta pertanto di una norma fiscale che conferma la natura di liberalità di tali contributi, stabilendo una detrazione d'imposta per il contribuente che decide di effettuare una donazione alla scuola.
Le istituzioni scolastiche non hanno ragioni e titolo per chiedere contributi alle famiglie se non liberalità finalizzate all'innovazione tecnologica, edilizia scolastica (di competenza degli Enti Locali), miglioramento dell'offerta formativa. Resta la facoltà di richiedere contributi per le spese di laboratorio nelle scuole secondarie di II grado.
Fonte: orizzonte scuola

Riforma "a costo zero" pagata dagli studenti Aumenti delle tasse per sopravvivere ai tagli

Nuove fasce di contribuzione, controlli fiscali più serrati, rimodulazioni degli importi da pagare: gli atenei, per compensare il taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) e per far quadrare i bilanci, dovranno cercare di massimizzare le entrate delle tasse universitarie. Un problema che interessa, a macchia di leopardo, molte realtà accademiche sparse in tutta Italia: a fronte di un sottofinanziamento statale le università saranno costrette a chiedere "un aiuto concreto" ai propri iscritti per sopravvivere. Al momento la situazione è fluida, difficile fare previsioni: c'è chi ha già aumentato le tasse lo scorso anno e sta pensando a un "ritocchino" per il prossimo; chi non ha alzato gli importi ma ha ridotto giocoforza il capitolo "diritto allo studio"; chi, ancora, pescherà principalmente nelle tasche dei fuoricorso. Il trend comunque è chiaro: la Riforma dell'Università "a costo zero" - secondo la vulgata cara al ministro Gelmini - verrà pagata soprattutto dagli studenti.

Catania, caso emblematico. A giugno scorso il Senato Accademico ha deliberato l'aumento delle tasse, una decisione praticamente obbligata, come spiega il rettore Antonio Recca: "Non si è potuto procedere in modo diverso, considerata la necessità di compensare, almeno parzialmente, i gravi tagli operati dal governo nazionale al finanziamento ministeriale delle università statali. Tagli che hanno prodotto una situazione di difficoltà

finanziaria e che rischiano di mettere in crisi l'equilibrio di bilancio degli atenei nell'esercizio 2011, con la prevista riduzione dei circa 20 punti percentuali dell'Ffo". E nuovi tagli porterebbero ad ulteriori ritocchi verso l'alto della retta d'iscrizione.

Lecce, facoltà di extra-gettito. L'Università del Salento a metà febbraio ha deciso di applicare dei "filtri di merito" alle due fasce di reddito più basse, per racimolare proprio lì l'extra-gettito (1,6 milioni di euro, ndr) necessario a chiudere il bilancio. Una manovra che l'Unione degli Universitari di Lecce ha avversato fin dal primo momento - considerandola come "un mezzo per poter riempire il buco creato dai tagli ai fondi ministeriali" -  promuovendo la campagna contro il caro-tasse "io non merito l'aumento". Dopo cinquanta giorni di protesta, a fine marzo il Consiglio di Amministrazione dell'ateneo salentino ha fatto un passo indietro sul provvedimento, mitigando la portata degli aumenti già approvati: 765mila euro di extra-gettito saranno infatti coperti dai fondi della Regione Puglia (per 710mila) e dalla Commissione Diritto allo Studio (per altri 55mila), abbassando complessivamente del 48% la quota degli aumenti previsti.

"Serve un'inversione di tendenza". Il neopresidente della Crui Marco Mancini, rettore della Tuscia di Viterbo, appena insediatosi ha denunciato la situazione precaria in cui versa l'intero comparto accademico: "Il progressivo definanziamento dell'università sta conducendo l'innovazione nel nostro Paese a minimi epocali, che difficilmente potremo recuperare se la tendenza non si inverte immediatamente. Proseguire sulla strada che vede l'alta formazione e la ricerca come spese e non come investimenti equivale a mettere una pesantissima ipoteca sul futuro di intere generazioni". Un progetto di rilancio che non si può certo fare "a costo zero": "Accanto all'impegno dell'università nei confronti della società è necessaria una rinnovata presa di coscienza da parte dello Stato e della politica rispetto alla partita che si sta giocando sul piano internazionale".

Roma, tra rimodulazioni e controlli. I principali tre atenei pubblici della Capitale stanno cercando di fronteggiare la situazione ciascuno a suo modo. La Sapienza "per il 2011/2012 non prevede alcun aumento delle tasse, fatto salvo l'adeguamento all'inflazione". D'altra parte l'intero sistema di tassazione è stato rivisto l'anno scorso, con effetti sull'a. a. in corso: non aumenti generalizzati ma rimodulazione delle fasce di contribuzione - i redditi più alti hanno pagato di più - e potenziamento dei controlli. Tor Vergata, dal canto suo, "non ha ancora preso una decisione definitiva" e affronterà il problema in Senato Accademico tra maggio e giugno: "Presumibilmente un aumento ci sarà, ma non si può dire ora di quale entità", fanno sapere dal secondo ateneo capitolino. A Roma Tre, invece, nessun aumento, come sottolinea il rettore Guido Fabiani che aggiunge: "Attualmente è in vigore un sistema - concordato con le rappresentanze studentesche - che definisce circa 20 fasce contributive in rapporto al reddito".

Politecnici, nessun aumento di rilievo. I tre Politecnici statali italiani si pongono in netta controtendenza rispetto al trend generalizzato di crescita delle pressione fiscale sugli iscritti: quello di Torino "ha scelto di procedere semplicemente all'adeguamento Istat delle tasse, senza applicare ulteriori aumenti"; in quello di Milano "dal 2005/2006 le tasse non variano". Un discorso a parte merita quello di Bari, che proprio l'anno scorso ha modificato il sistema di tassazione, come spiega il rettore Nicola Costantino: "Nel 2010 il Politecnico di Bari era l'università con le tasse più basse d'Italia. Ha rivisto il proprio regolamento-tasse operando su tre fronti: combattendo l'evasione fiscale, attraverso l'obbligo della certificazione ISEEU; aggiungendo due aliquote per i redditi più alti; infine, rimodulando le detrazioni per merito e gli aumenti per i fuoricorso".

Atenei off-limits per i fuoricorso. Nell'assegnazione dei fondi ministeriali alle università la percentuale di studenti fuoricorso incide negativamente: per questo alcuni atenei, dove il problema è particolarmente "sentito", corrono ai ripari emanando provvedimenti "retroattivi" di decadenza dagli studi. Lo scorso giugno l'Università di Cagliari ha deciso di affrontare in primis la situazione dei fuoricorso-storici del vecchissimo-ordinamento (ante 509/1999, ndr): la decadenza scatterà una volta raggiunto il doppio della durata legale del corso di studi; stessa sorte - a partire, però, dal 2012 - anche per gli iscritti agli ordinamenti successivi. Il Senato Accademico dell'Università di Palermo - il 18 gennaio, con un provvedimento analogo - ha operato una "stretta" sui fuoricorso: con l'espressione burocratica "il doppio della durata legale più uno" si stabilisce, senza ulteriori deroghe, il parametro da rispettare per poter continuare a sperare nell'agognato "pezzo di carta".
Fonte: Repubblica

domenica 17 aprile 2011

Il Tar boccia la Gelmini: “Illegittimi i tagli agli organici”. Ora il governo deve rimediare

Nuova bocciatura per il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini: il Tar del Lazio ha dichiarato illegittimi i tagli degli organici delle scuole attuati dal 2009 ad oggi. Si calcola che siano almeno 67mila cattedre. La sentenza accoglie un ricorso presentato dalla Cgil scuola e una serie di gruppi di scuole e di genitori.
Un brutto colpo non solo per la Gelmini, ma per l’intero governo che a questo punto sarebbe chiamato a ripristinare i posti cancellati rinunciando in tal modo ai risparmi di bilancio programmati. Il Tribunale amministrativo (sentenza 3251 depositata il 14 aprile 2011) ha ritenuto che il ministero dell’Istruzione, prima di disporre la determinazione degli organici, avrebbe dovuto seguire la procedura indicata dall’art. 22 della legge 448/2001 che prevede la previa consultazione delle Commissioni parlamentari, anziché avvalersi, come avvenuto, delle successive indicazioni contenute nell’art. 64 della legge 133/2008 sulla razionalizzazione del sistema di istruzione.
Fonte: vergognarsipuntoit

Pittoni salverà i docenti del nord con un piano segreto

Chiamiamolo piano D. Dopo il piano A delle code, dopo il tentativo B di congelamento delle graduatorie fallito nel Milleproroghe, dopo il piano C, quello che dovrebbe uscire dalle stanze del Ministero (ma lo stesso direttore generale Chiappetta ammette la confusione in cui naviga il Miur, "causa eccessiva litigiosità tra le parti") ci pensa il sen. Pittoni a scongiurare lo scavalcamento dei docenti inseriti nelle graduatorie del Nord. Ma non ci vuole dire come. Come transitare verso il grande progetto della riforma del reclutamento su base regionale.
Restano legate alle decisioni di questi giorni le sorti degli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, dato che i tempi per avviare la macchina organizzativa per prepare le liste valide per l'anno scolastico 2011/12 sono ormai stretti.
Non ci sta il sen. Pittoni a permettere che docenti con punteggi abnormi scavalchino gli iscritti nelle graduatorie del Centro Nord. E' questo il nucleo dell'argomentazione del senatore Leghista: "Non sarebbe corretto fare di tutta l'erba un fascio ma su otto voci che concorrono a fare punti, almeno cinque si prestano a giochi scorretti". E non manca di fare accenno a quali sarebbero queste voci, cioè "i corsi che hanno generato un "mercato dei punti", costringendo a versare soldi, per sopravvivere in graduatoria anche persone che non si sarebbero mai sognate di scendere a compromessi"
Non potrebbe invece essere che i punteggi abnormi siano dovuti ad una maggiore permanenza nelle graduatorie?
Fonte: orizzonte scuola

Qualcuno ha preso l'abilitazione all'estero? E' stata poi riconosciuta in Italia?

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Berlusconi: «Dai docenti di sinistra valori contrari alla famiglia»

Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato a Padova a una riunione dell'Associazione nazionale delle mamme, ha sottolineato che i genitori oggi possono scegliere liberamente «quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia». «CARE MAMME» - Il premier, parlando dell'azione del governo ha ricordato l'introduzione di leggi contro la violenza sessuale e il reato di stalking. Si è detto quindi convinto delle grandi capacità delle donne: «Siete più brave di noi uomini, a scuola, sul lavoro, siete più puntuali, più precise e più responsabili. Anche per questo ho voluto che nel nostro governo ci fossero ministri donne e mamme che sono attivissime e bravissime». «Care mamme - ha concluso - vi garantisco che il governo continuerà a lavorare con lo stesso entusiasmo e con lo stesso impegno per valorizzare il vostro ruolo nella famiglia nel mondo del lavoro e nella società». Berlusconi nella nota si è congedato con «un bacio e un saluto affettuoso a tute voi con l'augurio che possiate realizzare tutti i progetti e i sogni che avete nella mente e nel cuore».
Fonte: corriere della sera

Salta il reality con protagonisti i precari della scuola

Secondo il quotidiano online, il reality show sul quale stava lavorando Canale 5 e che prevedeva la presenza di ex concorrenti del "Grande fratello" e docenti precari disoccupati non si farà più.
Troppe polemiche? Da Mediaset tengono a precisare che non c'è stata alcuna relazione tra la bufera di questi giorni che ha visto scagliarsi contro il progetto associazioni di docenti precari, nonchè sindacati del calibro di FLCGIL e FGU (ex Gilda). Anche se non viene data alcuna motivazione ufficiale.
Fonte: giornalettismo.com

Aggiornamento graduatorie esaurimento (tempi stretti)

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“CERCANSI INSEGNANTI”...

E' il cartello apparso qualche giorno fa all’entrata di una primaria vicino Pavia. Non è un caso isolato: sono sempre più frequenti le situazioni di graduatorie esaurite. E gli istituti non riescono a sopperire con quelle d’istituto. Il motivo? L’assenza decennale di concorsi e il dimezzamento del numero di scuole dove candidarsi.
In base alle ultime stime ministeriali, in tutta Italia sono un’immensità: 830.000. Eppure sono sempre di più i precari che, almeno tra il corpo docente, scarseggiano e lasciano le scuole con le cattedre scoperte. Alle superiori sono diventanti “merce rara” i supplenti, soprattutto gli abilitati, in Friuli Venezia Giulia, Veneto Toscana: tra le materie tecniche, per le quali in diversi casi non vi sono più candidature in nessun tipo di graduatoria, trovarne qualcuno disponibile è diventata un’impresa. Alla primaria l’allarme rosso è già scattato, soprattutto in Toscana, dove gli istituti lontani dai grandi centri sono spesso disdegnati e i dirigenti scolastici devono ricorrere ad aspiranti privi di abilitazione.

Alle elementari e all’infanzia, dove la presenza di docenti donne è vicina alla totalità, il problema è generalizzato: basta che la maestra titolare rimanga in stato interessante e, 99 volte su 100, scatta la gravidanza a rischio. E quindi l’assenza prolungata, nove volte su dieci, per un anno. Una gioia per la famiglia che si allarga, un problema in più per le scuole, sempre più a corto di personali e supplenti.
Uno dei casi limite è capitato in questi giorni in provincia di Pavia, a Landriano, dove all’entrata di una scuola primaria è apparso il cartello “Cercasi insegnanti”. I dirigenti scolastici hanno tamponato la situazione con i supplenti in possesso del solo titolo di studio (il diploma di maturità magistrale): aspiranti che, però, non hanno esperienza e che alle famiglie fanno spesso masticare amaro. Ma capita che, come nel pavese, anche i candidati fuori graduatoria siano esauriti. In questi casi per la scuola non c’è scelta: in attesa che arrivi il supplente (ma chi?) si dividono le classi e si mandano i gruppi di alunni in quelle con le maestre dietro la cattedra, creando però quasi sempre situazioni che non rispettano i limiti in vigore (25 bimbi per classe) per quel che riguarda la sicurezza scolastica.
Ma come si mai si è arrivati a questo? Oltre all’ormai decennale assenza di concorsi - che dovrebbe a breve essere superato con l’imminente introduzione del nuovo reclutamento - il motivo è anche organizzativo: con il regolamento in vigore, introdotto dal Miur da alcuni anni, le domande nelle graduatorie d’istituto possono essere fatte solo a dieci istituti comprensivi e due circoli. La metà, in pratica, di quelle che potevano essere indicate in passato. Il risultato è che quasi tutti gli aspiranti supplenti scelgono le scuole più grandi, collocate nei centri principali, soprattutto nei capoluoghi, dove vi sono più chance di lavorare. Così nei comuni più piccoli, in prevalenza situati in zone montane e isolate, può capitare anche che appaia il cartello “Cercasi insegnanti”.

Governo: diminuirà la spesa per l’istruzione

Per i prossimi anni l’Italia investirà meno risorse finanziarie (Pil) per l’istruzione.
Lo prevede il Documento di Economia e Finanza 2011 varato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministero dell’Economia e Finanze.
La percentuale del Prodotto interno lordo (pil), cioè la ricchezza del Paese, relativa all’istruzione e determinata per il 2010 (come per il 2005) nella misura del 4,2%, per gli anni e i decenni successivi tenderà gradualmente a diminuire.
 Già nel 2015 sarà sceso al 3,7%, nel 2020 al 3,5%, nel 2025 al 3,4% e continuare lentamente a decrescere fino al 2040 per riprendere a salire lentamente nei quinquenni successivi.
Stupisce questa previsione di minor investimento per l’istruzione, ma la spiegazione (tecnica) è contenuta nello stesso Documento che precisa, in proposito che le previsioni sono frutto di proiezioni effettuate utilizzando i modelli di previsione di medio-lungo periodo della Ragioneria Generale dello Stato.
In particolare (e questa sembra essere la spiegazione della flessione del Pil) le previsioni sono conseguenti alle variazioni demografiche e macroeconomiche elaborate da Eurostat nel 2007 che hanno evidenziato per l’Italia una tendenza di flessione del flusso immigratorio, il calo di fecondità delle donne, l’invecchiamento complessivo della popolazione.
Nei prossimi quinquenni vi dovrebbe essere, quindi, un costante decremento della popolazione scolastica con conseguente minor fabbisogno di classi, docenti, personale Ata, servizi, ecc. La spesa per l’istruzione dovrebbe, quindi, diminuire strutturalmente.


Scuola, organici docenti: grave situazione della scuola primaria di Roma



FLC CGIL - CISL SCUOLA - UIL SCUOLA - SNALS CONFSAL - GILDA UNAMS
In merito all’assegnazione dell’organico alle scuole primarie per l’anno scolastico 2011/12 per la provincia di Roma le Organizzazioni Sindacali denunciano la situazione di estremo disagio che subiranno le scuole per i seguenti motivi:


Non viene rispettato il dettato della circolare ministeriale sugli organici n. 21 del 14 marzo 2011, laddove “conferma” l’assegnazione di 2 docenti per classe al tempo pieno e per un orario complessivo di 44 ore. Le future prime classi nella grande maggioranza dei casi avranno assegnate un totale di 40 ore di lezione che non necessariamente sarà assegnato a 2 insegnanti
L’organico così come definito comporterà
- La formazione dei prime classi con 26/27 alunni, anche in presenza di due alunni disabili
- L’impossibilità di soddisfare tutta la richiesta di tempo pieno avanzata dalle famiglie
- La mancata garanzia della copertura del modello organizzativo basato su 30 ore
- Lo sconvolgimento degli attuali modelli organizzativi della scuola primaria
L’organico  degli insegnanti specialisti di L2 è passato da 445 posti a 98 posti. L’insegnante specializzato rischia di avere attribuite fino a 10 ore di insegnamento specifico su più classi  e non più sulla sola classe di titolarità.
In queste condizioni è sempre più difficile assicurare il tempo scuola che consenta una organizzazione didattica funzionale alla migliore qualità della scuola.
Chiediamo all’Ufficio Scolastico  per la Provincia di Roma di riconsiderare la determinazione dell’organico della scuola primaria e di  porre in atto tutte le iniziative che consentano l’adeguamento della proposta di assegnazione all’effettiva necessità delle scuole di questa provincia.

Fonte: orizzonte scuola